IL GIOCATORE DELL’ANNO

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Finalmente hanno riconosciuto il mio talento di giocatore. Un premio asolutamente meritato! Grazie a tutti i miei ex-compagni di avventura, ai miei inseparabili dadi e soprattutto a tutti i miei Master!

Giocatore dell’anno!!!

RICORDI DI UNA GRANDE CAMPAGNA DI MERP

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Alcune testimonianze scritte di una grande campagna di Merp dei primi anni ’90, un’avventura che é andata avanti per anni grazie all’impegno e alla visione di Master Cionko. Un tavolo nero devastato dalle incisioni, un sedia rialzata per l’inopinabile arbitro, una di vimini per il nano piú testardo della storia delle Terre di Mezzo (ed il Numenoreano piú cafone!), il gavano del té (o carravano, a seconda delle serate), le bottiglie di sacra Whurer (Ribongen Beer), la macchinetta da 12 de caffé (indispensabile a certe ore), lo screen-master grigio fatto in casa con la scritta “MERP” dorata, le schede buttate lá ad impregnarsi di tabacco e di birra, lo stereo portatile e le sue sinfonie medioevali e naturalmente tante pietruzze sfaccettate che dettavano il destino dei nostri personaggi.

Clikka sull’immagine sopra per ingrandire: LA CHIAMATA DI GAMBA D’ARGENTO

LAI DI LEITHIAN

LETTERA DI BIANCA BETULLA

LETTERA DI BIANCA BETULLA

LETTERA DI EOMER

L’ULTIMO CANTO DELL’ELFO SCURO

ELF FANTASY FAIR 2008

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Ieri sono stato alla più grande manifestazione Fantasy d’Europa, che si tiene regolarmente ogni anno a due passi da casa mia, poco fuori Utrecht (Olanda). Nello splendido scenario del Castello De Haar (Haarzuilens), migliaia di persone si riversano puntualmente per dare sfogo alla loro inventiva e esprimere il loro entusiasmo, per un genere che negli anni è diventato estremamente popolare. Ovviamente il merito va a Peter Jackson e alla sua trilogia cinematografica della bibbia del Fantasy moderno, Il Signore degli Anelli. Ma l’escalation di popolarità nasce molto prima, all’inizio degli anni ’90.

Ed è proprio di questi fantastici anni che mi sono intrattenuto ieri a parlare insieme al grandissimo (si fa per dire visto la sua statura!) Christos Achilleos, leggendario illustratore fantasy. Per me è stata un’emozione immensa poter scambiare due chiacchiere con un mito dei miei tempi. Lui si è sentito lusingato quando gli ho confessato di essere cresciuto insieme alle illustrazioni di Sirens, uno dei suoi portfoli più belli.
La Fantasy è cambiata negli ultimi quindici anni. Si bada più ai soldi. Il mercato è davvero gigantesco, e si è perso quel romanticismo di un tempo. Chris non ha dubbi in proposito… Mi confessa; bella la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, poi il buio degli ’80 e rinascita dei ’90. Adesso purtroppo sono calate nuovamente le tenebre.
Un uomo tranquillo, un artista eccezionale, tra i top del genere, e un personaggio di grande sensibilità. Mentre mi autografava il meraviglioso poster di Elric di Melniboné, non ha nascosto la sua contentezza nell’aver incontrato un suo vecchio fan. Davvero una grande emozione!

Vi erano altri artisti del genere, scrittori (tra i quali Robin Hobb), musicisti e illustratori; un lunghissimo mercatino di paccottiglia kitch tipica del fantasy, insieme a delle belle situazioni, come un fabbro originale tedesco con le sue spade ed alabarde, venditori di sidro e idromele, acconciatori di pelli ecc… C’erano tiratori d’arco, schermidori, teatranti e naturalmente tanto gioco. Interessante uno stand dedicato ai dadi e ai nuovi set runici (che costavano una follia!!). Vi era un Gdr dal vivo in corso e diverse postazioni gioco all’interno dei tendoni allestiti. Per il resto la giornata si è delineata all’insegna della sfilata, forse la cosa più bella. Come di consueto, mi sono dedicato alla fotografia, cercando di immortalare i costumi e i personaggi più incantevoli.

QUESTA LA GALLERY FOTOGRAFICA

EVOLUZIONE DEL GIOCO

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Il gioco di ruolo è un fenomeno molto più complesso di qualsiasi altro gioco. Le sue componenti sono essenzialmente tre; partecipazione, rappresentazione e creatività. Attorno a queste esigenze del giocatore, si basano tutte le possibili varianti del gioco. Non è una scatola che si apre in una serata piovosa, per passare il tempo. Il GdR è un qualcosa di molto più dilatato, che segue un decorso, un’evoluzione. Non si smette mai di giocare al gioco di ruolo, e quando lo si fa, è un po’ come il sonno druidico. Prima io poi ci si risveglia.

Già nel 1996 accadde che due componenti del nostro gruppo (Wolly e il sottoscritto) si discostassero da quelli che erano i rituali classici del gioco. L’appuntamento alle 21:00 (che diventavano obbligatoriamente le 22:00) negli scantinati armati di pietruzze sfaccettate, le avventure in solitario nei tediosi pomeriggi del weekend, i tornei nelle rare ludoteche fiorentine, e altre cose.
Perché successe ciò? Perché in quel periodo, dopo aver esplorato per più di otto anni l’universo pressoché sconfinato del GdR, sentivamo la necessità di evolverci, di distaccarci da quelle situazioni che ai nostri occhi erano diventate scontate. Non abbiamo smesso di giocare, ma ci siamo in qualche modo evoluti.

In quel periodo vestivamo mantelli scuri e facevamo lunghe passeggiate al tramonto sulle colline di Scandicci, fumavamo la pipa e raccontavamo storie. Wolly le disegnava, io provavo a descriverle con le parole. Parlavamo di progetti, di arte, di sogni. Interpretavamo questi due misteriosi personaggi che sembravano usciti da una storia fantasy, un po’ artisti e un po’ ubriaconi. Abbiamo organizzato una mostra, elaborato insieme dei racconti illustrati, progettato fumetti. Ci siamo divertiti ascoltando ed obbedendo alle nostre esigenze: partecipare, rappresentare e creare.
Non ci mancavano le sedute di gioco, i rituali scontati, le battaglie all’ultimo tiro di dado. Riuscivamo a giocare anche senza.

Ma il tavolo è come un altare dedicato al gioco, e prima o poi ci si fa ritorno. Wolly, secondo me, ha continuato in questa sua evoluzione di gioco, ed è diventato il chierico che ha sempre voluto essere. Io invece sono tornato a lanciare dadi, con nuova ritrovata ispirazione.
Si torna all’ovile per prepararsi ad un nuovo viaggio…

E questa nuova entusiasmante avventura si chiama web. Eccola la nuova evoluzione del gioco. Perché attraverso le molteplici possibilità di questo mezzo, è fin troppo facile soddisfare quelle tre esigenze di cui parlavo.
Si partecipa in un lavoro di informazione di rimbalzo, di editing, di accesso a nuove possibilità comunicative. Ci si rappresenta con i nostri avatar, con le nostre storie, le nostre parole, i nostri deliri. Ed ovviamente, forse più importante di tutto il resto, si crea.

Questo è il mio gioco in rete. Un gioco di ruolo a tutti gli effetti, un’intuizione che tempo fa chiamai “Blog di Ruolo”, e che continua ad affascinarmi perché le sue possibilità sono davvero infinite.
Non è un gioco per chi vuole contare i PX, per chi ha bisogno di vedere su una scheda quale livello ha raggiunto, per chi ha solo la necessità di impegnare una serata. Non è una scatola che si apre quando si ha voglia e si richiude quando si è fatto tardi.
Verrà il tempo di ritornare all’altare. Riaprirò il sacchetto di pietruzze sfaccettate e dispiegherò sul tavolo le vecchie schede. Il rituale è un ritorno a casa.
Ma per adesso, continuerò ad abbandonarmi a questo splendido viaggio.

IMPROVVISARE UN’AVVENTURA

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18 Luglio 1994 – Casa di Wolly insieme a “Dona, Luke and Sam”.

Alle ore 22:45 stiamo cercando di improvvisare un’avventura con Wolly Master. Rispolvero una vecchia scheda: Ian Andernos, mago ubriacone del sesto livello (FOR 7, INT 18, SAG 11, DES 15, COS 9, CAR 1, PF 24, AC 7, INCANTESIMI 3/2/2)

Ian Andernos ha l’opportunitá di vendicare l’onta subita dalla sua famiglia. Suo zio “Garibald Andernos” era un vecchio e frivolo mago che sfidó in un duello magico uno stregone proveniente da Glantri, appartenente alla casata dei Malapietra. Compare Salvatore Butiello vinse lo scontro e trasformó lo zio di Ian nella grassa pantegana golosa di formaggio che si porta sempre dietro.

Ian Andernos si reca cosí a Specularum dove Salvatore Butiello terrá un congresso di maghi. Alla taverna del porto “La tartaruga Zoppa” incomincia l’avventura…

FONTE DELL’IMMAGINE: Gillespie Art

LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE

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NEL 2005 ABBIAMO CERCATO DI TRASFORMARE LE PAGINE DI UN BLOG IN UN TAVOLO DA GIOCO. É NATA COSÍ “LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE”, UN EPISODIO IMPROVVISATO DI GDR ON LINE CHE É ANDATO AVANTI PER QUALCHE SETTIMANA. NONOSTANTE IL SUO FALLIMENTO, RIMANE AD OGGI L’ENNESIMA TESTIMONIANZA DI GIOCO.

sabato, settembre 03, 2005
MONTE VECCHIO

La Locanda del Vecchio Salice si trova in un piccolo paesino tra le montagne di karameikos, un pugno di case che ospitano un centinaio di traladariani, perlopiù pastori.
E’ una locanda di passaggio, confortevole e allegra, almeno fino a quando……..

lunedì, settembre 05, 2005
KARAMEIKOS

E’ sempre da qui che iniziano le avventure!!!
Traladariani, Thyatiani, Baronia dell’Aquila Nera, Ordine del Grifone…….
……quali intrighi si consumano davanti allo specchio d’acqua dal quale prende il nome la capitale Specularum?

venerdì, settembre 09, 2005
SOTTO L’INSEGNA

E’ come se foste all’entrata. Avete appena sistemato i cavalli, vi siete guardati intorno e avete raggiunto la porta di legno sotto l’insegna. Vedete la luce del camino infrangersi sui vetri, e sentite risate e borbottii che vengono da dentro.
Dovete soltanto girare la maniglia, e……………
By LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE,

…giro la maniglia ed entro.. mi guardo velocemente intorno, poi mi dirigo al bancone per ordinare una birra. mentre aspetto osservo la sala in cerca di un posto libero che mi vada a genio.
By Arya, at 01:29

Seduto in disparte in un tavolino ad un angolo della Taverna, ordino un po’ di pane e formaggio e qualcosa da bere. La stanchezza grava sul mio corpo, è evidente. Il mio giovane volto incorniciato da lunghi capelli scuri è la testimonianza della mia precarietà.
Vesto una giacca pesante di colore verde, macchiata in più punti, e dei pantaloni marroni. Il fodero di una spada mi scende lungo una gamba.
By VAHAL, at 12:22

mercoledì, settembre 14, 2005
UNA STRANA ATMOSFERA

Lasciarsi alle spalle il vento e la neve delle montagne e sedersi davanti al fuoco di una taverna è sempre una cosa consolante per un avventuriero. Ma appena entrati nella Locanda del Vecchio Salice non è difficile percepire una strana atmosfera.
L’oste, un ometto gracile di nome Harlin, accenna dei tristi sorrisi, mentre da dietro il banco, con l’aiuto dei suoi due figli Lokye e Devin, serve da bere.
Gli avventori sono pochi e silenziosi. Il fuoco scoppietta sopra ogni altro rumore.
Comunque il gelo è ormai lontano, dietro le pareti di legno della consolante taverna.
posted by LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE at 13:15

entro nella taverna e con fare esitante,mi avvicino al camino,ordinando al momento giusto una minestra calda con del pane.
By caos, at 19:29

Bravo Alas, sei riuscito a postare e sei entrato ufficialmente nell’avventura!!
By LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE, at 19:47

mi controllo in giro,qui c’è un aria tesa,chi sa’perche’?
By caos, at 19:47

Vorrei ricoradare a tutti che è bene descriversi appena fate il vostro ingresso, altrimenti gli altri non hanno idea di cosa siete.
By LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE, at 20:28

un minutissimo e gracilissimo esserino,infagottato da capo a piedi contro il freddo,sta entrando dentro la taverna,ha la pelle bianchina,e gli occhi verdi,ma sembra piu attratto dal calore del camino,che da quello di presentarsi alla locanda.
By caos, at 21:17

la ragazza al bancone ha capelli rosso scuro, lunghi e lisci, intrecciati con fili di cuoio e legati in un’unica treccia che scende fino a metà schiena. Di corporatura minuta (alta + 0 – 1,55 per 45kg), ha occhi blu scuro e carnagione olivastra, è vestita con pantaloni neri di cotone pesante e stivali di cuoio, il mantello nero, con cappuccio, chiuso sul collo lascia intravedere una tunica color sabbia, sempre di cotone, lunga fino sotto il ginocchio e aperta ai lati fino all’altezza dei fianchi, e fa indovinare un piccolo zaino in spalla. Camminando si appoggia a un bastone di legno scuro, semplicissimo e molto liscio, piuttosto sottile e più alto di lei. cerca con lo sguardo un posto libero vicino al camino, poi vi si dirige, fedelmente seguita dal grosso cane lupo entrato con lei (se l’oste l’ha permesso, ovvio!).
By Arya, at 00:36

Entra nella taverna un uomo piuttosto robusto ed abbastanza alto… Dal modo in cui apre la porta sembra avere modi molto grezzi… Veste completamente di cuoio ed ha un pesantissimo mantello di quella che senbrerebbe la pelliccia di un orso… i capelli ricci e scuri sembrano non vedere un bagno da mesi e lo sguardo e pittosto torvo… Appena messo piede nella stanza si avvicina al bancone e guardando l’oste dritto negli occhi ordina birra e cibo. poi si gira e con i gomiti appoggiati al banco studia con attenzione la stanza e tutti gli avventori…

By ragor, at 03:12

P.S. ragor si chiamera’; RUD HIRA
By RUD HIRA, at 03:44
un vecchietto con la pelle del viso incartapecorita. coperto da un mantello lacero consumato dagli anni di utilizzo. rasato con qualche dreed che spuntano sulla sommità del capo. Gracile di aspetto anche se flessuolo nei movimenti.
Una fisionomia vagamente orientale, espressione serena, poche variazioni di umore, molti sorrisi di circostanza.
entra senza fretta, si aiuta nel camminare con un bastone da passeggio. ha in mano una specie di ciotala in coccio. inizia a fare il giro dei tavoli e degli avventurieri…chiede qualche spicciolo, un povero vecchio chiede un tozzo di pane…
By Aramis, at 08:56

Lascio scivolare qualche moneta di rame nella ciotola del vecchietto, farfugliando le parole “Che Halav ti protegga buon uomo!”
By VAHAL, at 13:07

Ancora una volta, la porta della locanda sia apre,portando una ventata gelida. Fa capolino dalla porta una figura bassa e corpulenta che alla luce fioca dalla stanza si mostra essere un nano. Chiusa la porta, borbottando tra se e se qualcosa di incomprensibile, mentre si leva il cappuccio mostrando il volto da vecchio, la testa è calva e con macchie di vecchiaia, il viso scavato dal tempo e dalle emozioni e incorniciato da una barba lunga e incolta. Le sopraciglia, esageratamente lunghe e bianche coprono quasi del tutto gli occhi, attenti e furbi nonostante l’età veneranda. Il nano dopo essersi guardato intorno e si dirige al bancone, osservando di sbieco e con diffidenza il grosso lupo accanto alla donna. << Salve Oste, del cibo caldo e una birra… possibilmente non annacquata >>. Mentre il nano si toglie il grosso zaino dalle spalle, dove vi è appeso un po di tutto, la sua attenzione si focalizza sul vecchietto che circola per i tavoli, lo osserva, prima con diffidenza, poi fa cenno all’oste abbassando la voce << Del cibo caldo anche per il vecchio, pago io per lui… >>
By Enrico, at 13:12

“Mi dispiace Nano. Vorrei poterti dare un bel boccale della nostra ottima birra scura, ma purtroppo non mi è permesso” risponde Harlin da dietro il banco.
“Però che ne dite di un bello stufato e del sidro leggero?”
By LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE, at 14:50

Il nano sentendo le parole del giovane figlio dell’oste, batte un pugno sul bancone, infervorandosi << Giovanotto ! Cosa significa non ti è permesso ?!? Sidro leggero ! Piuff… roba da donnicciole. Voglio la birra e la voglio ora ! >> . Il nano riflette un attimo su quello che ha detto, poi osserva di sbieco la ragazza accanto a lui, lievemente imbarazzato.
By Enrico, at 15:25

l’energumeno al bancone osserva la scena ed accenna un sorriso… poi si dirige verso la sala cercando un tavolo libero. mentre lo cerca si avvicina al mendicante e gli butta nella ciotola una moneta d’argento dicendo: “tieni amico… so cosa vuol dire essere affamati…”
By RUD HIRA, at 15:36

L’oste si guarda intorno, quasi timoroso, poi si rivolge al nano in un sussurro:
“Mi spiace davvero, ma se non vogliamo entrambi andare incontro a dei problemi è meglio non insistere sulla birra”.
Torna ad asciugare una tazza ed aggiunge:
“Ci sono troppi occhi ed orecchi attenti attorno!”
By LA LOCANDA DEL VECCHIO SALICE, at 17:44

il suono del flauto inizia lento, caldo, una musica calma, forse un pò malinconica, ma rilassante avvolge l’ambiente. il lupo alza un attimo la testa, poi si avvolge su se stesso e si rimette a dormire. la ragazza, piuttosto giovane a guardarla meglio, continua a suonare, gli occhi persi nel vuoto di ricordi andati.
By Arya, at 00:25
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