MASTER VS GIOCATORE

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Prima della reminiscenza ludica avvenuta verso i ventidue-ventitré anni, grazie alla quale le regole e i sistemi di gioco passarono automaticamente in secondo piano, lo scontro tra giocatore e master era praticamente un abituè all’interno del nostro vecchio gruppo. Di solito succedeva che il GM decidesse una certa conseguenza di certi eventi, condizionati da certi comportamenti di gioco e certi risultati di dado, la qual cosa non sempre andava a genio a uno dei giocatori, che in silenzio allungava la mano per afferrare il manuale ed incominciare a rileggersi avidamente le regole. Dopo qualche minuto ecco che quello stesso giocatore si accaniva furiosamente contro il master, indicando con sicurezza il paragrafo del manuale che, secondo lui, metteva in discussione la decisione appena presa. A questo punto avveniva lo scontro aperto, e per il GM era sempre un problema riportare la calma, senza al contempo perdere il controllo della situazione.

Quando un giocatore si arrabbia per una decisione del master e non fa segreto di questo suo disappunto,  rischia automaticamente di compromettere l’intera session di gioco. Il master, in quanto arbitro, non può ritornare sulle sue decisioni con troppa leggerezza perché rischierebbe di perdere la presa sulla partita. Questo è un errore in cui sono incappato molte volte da ragazzo quando masterizzavo Il Richiamo di Cthulhu. Una persona in particolare, peraltro un ottimo giocatore di ruolo e anche un bravo master, trovava difficile distaccarsi dalla sua scheda. Come sappiamo il gioco ispirato a Lovecraft è forse il meno ideale per affezionarsi ad un personaggio, perché è quasi scontato che prima o poi finisca all’obitorio, oppure in un manicomio o in una setta. Questo giocatore però non voleva assolutamente rinunciare al suo investigatore dell’incubo, e se ne venne fuori con l’idea dell’Highlander. Infatti, guarda un po’, il personaggio si chiamava proprio Connor McLoud, un banale rip-off del famoso film con Lambert.

In principio ero contro questa idea, ma il giocatore fu così insistente che alla fine acconsentii. Come conseguenza gli altri giocatori rimasero un po’ confusi, se ne vennero fuori con delle battute e l’atmosfera cupa e misteriosa del mondo di Cthulhu si colorò di grottesco. La mia colpa fu quella di aver ceduto troppo alle richieste di un giocatore, compromettendo così il gioco, e questo solamente perché volevo che tutti si divertissero, compreso il giocatore sofferente affezionato al proprio personaggio.

Il consiglio ai GM quindi è quello di non temere il confronto con il giocatore, soprattutto quando è proprio lui che vuole stravolgere le regole. Quando invece si appella al manuale per ritornare su una decisione, è bene valutare bene le reazioni degli altri prima di dargli ragione. Alla fine il GM può sempre appellarsi alla regola principale di ogni GdR, che dà sempre a lui l’ultima parola.

DOMANDINA PER IL MIO VECCHIO GRUPPO: Chi è il personaggio misterioso di cui parlo nell’articolo? Chi indovina si porta a casa un’illustrazione originale di Angus McBride nella quale viene rappresentata una scena tagliata del Signore degli Anelli, in cui Barbarbero penetra ferocemente con uno dei suoi tortuosi rami il culetto di Pipino.

I CONSIGLI DI MISTER CICCA

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