Questo intervento, apparso su alcuni blog americani, è un esplicito invito a conoscere il gioco di ruolo rivolto ai genitori. L’ho trovato, nella sua semplicità, estremamente vero. Io l’ho riportato alla mia maniera, traducendolo e riarrangiandolo per Storie di Ruolo.
Incoraggiate i vostri figli ad usare l’immaginazione… comprateli un gioco di ruolo!
C’è qualcosa in questi giochi che non potrà mai essere trasmessa attraverso un film o un gioco per computer, per quanto buona possa essere la tua scheda grafica. Si può acquistare una copia di Dungeons & Dragons per molto meno di un gioco nuovo per PC, ma esistono decine di buoni giochi a prezzi ancora più bassi, o altrimenti se ne possono scaricare a centinaia di quelli gratuiti pubblicati in rete.
In passato D&D è stato accusato da gruppi religiosi e genitori fanatici di essere causa di alienazione per i teenagers e addirittura di avvicinare i ragazzi al satanismo. Ecco invece cinque buoni motivi per insegnare a vostro figlio a giocare di ruolo.
1. Il Gioco di Ruolo incoraggia il lavoro di squadra.
In Dungeons & Dragons, i giocatori assumono il ruolo di avventurieri con i loro vantaggi e i loro limiti. Per completare la missione, i vostri figli dovranno capire come combinare le abilità uniche del proprio personaggio con quelle dei loro compagni di squadra per risolvere indagini, sconfiggere nemici e completare le prove assegnate loro dal Master, colui che guida il gioco.
2. Il Gioco di Ruolo incoraggia la lettura.
D&D si gioca con carta, matite e un set di dadi. Non viene installato su un computer o giocato su una console. In pratica i vostri figli si ritroveranno a sedere attorno a un tavolo ad aprire un libro. E si divertiranno, perché la storia e le meccaniche di gioco sono interessanti e coinvolgenti. Non stupitevi se dopo aver giocato a D&D per un po ‘, improvvisamente proveranno interesse per la lettura di romanzi fantasy. Di solito si incomincia con delle saghe strettamente legate al gioco, come la Dragonlance ad esempio, per poi aprirsi a letture più impegnative.
3. Il Gioco di Ruolo incoraggia una positiva interazione sociale.
D&D incoraggia i tuoi figli ad interagire faccia a faccia con i propri amici, piuttosto che su internet in modo anonimo con degli sconosciuti. Con tutta probabilità, se si mettono due o più adolescenti in una stanza e li lasciamo lì per un’ora, ci sarà un conflitto, ma lavorare sui conflitti ed interagire con i propri coetanei insegnerà loro quelle tecniche di comunicazione che si dimostreranno utili una volta diventati adulti.
4. Il Gioco di Ruolo stimola l’immaginazione e la creatività.
È probabile che dopo aver vissuto le storie create dal Master, i bambini sentiranno la necessità di scrivere le proprie avventure. Inoltre, le bellissime illustrazioni nei libri di D&D ispireranno molti artisti in erba a fare le proprie illustrazioni o a scrivere dei fumetti.
5. Il Gioco di Ruolo è qualcosa che si può fare con i propri figli.
Proprio così! Puoi giocare Dungeons & Dragons con i tuoi bambini e passare delle belle serate insieme a loro. Potrai avere la grande opportunità per incominciare a giocare di ruolo con loro. Vi garantisco che se vi metterete a giocare a D&D con i vostri figli, imparerete molte cose su di loro che non sapevate. Inoltre vi darà l’opportunità di conoscere i loro amici e loro circoli sociali. Infine, farete sicuramente la figura del genitore in gamba!
Devo ammettere che nella mia esperienza di gioco ho potuto riscontrare ognuno dei 5 punti riportati e ne potrei aggiungere un sesto, che riguarda esclusivamente i giocatori italiani:
6. Col Gioco di Ruolo s’impara l’inglese.
Dato che molti giochi e moduli di espansione sono reperibili solo in lingua originale, i vostri figli si sforzeranno di capire ed imparare l’inglese.
5 BUONE RAGIONI PER INSEGNARE AI VOSTRI FIGLI A GIOCARE DI RUOLO « WILLOWORLD
Lug 25, 2011 @ 07:49:36
Markk117 (@Markk117)
Ago 11, 2011 @ 16:48:58
Bellissimo articolo!
Posso riproporlo sul sito/blog dell’associazione di cui faccio parte?
l’indirizzo è questo: http://gdv.altervista.org/
willoworld
Ago 14, 2011 @ 08:16:54
Certo Markk117, prendi pure tutto quello che vuoi, basta ne citi la fonte. Un saluto!!! :)))
Markk117 (@Markk117)
Ago 16, 2011 @ 11:46:27
Grazie mille!
Marco
Set 02, 2011 @ 16:42:06
Credo che prima o poi ti “citerò” anch’io…
INTERVISTA PER IL BLOG “GIOCHI DI RUOLO” « Storie di Ruolo
Set 01, 2011 @ 08:03:58
Francesco Rugerfred Sedda
Set 01, 2011 @ 15:03:21
Un po’ troppo pro D&D a mio parere ma le basi sociali per gli aspetti positivi del gioco di ruolo ci sono in questo post.
Personalmente l’avrei fatto un po’ meno brandizzato: non esiste solo D&D come gioco di ruolo, ne è il gdr che stimola di più i rapporti sociali…
willoworld
Set 01, 2011 @ 17:48:53
Vero che non esiste solo D&D… ci sono tanti gdr molto migliori… io poi sono un nostalgico, per me D&D è quello della prima edizione… già AD&D lo trovo troppo complesso per incominciare, lasciamo perdere poi la 3.5 e la 4…. ma la vecchia scatola rossa credo rimanga il gioco migliore per avvicinarsi al mondo dei gdr…
Grazie per i commenti!! ;))
Francesco
Set 01, 2011 @ 16:35:58
Cosa importa se si cita sempre D&D… i punti esposti valgono per tutti i giochi di ruolo. Questo testo meriterebbe di essere appeso alle bacheche parrocchiali, nel caso ci fossero ancora persone fuori dal tempo e dallo spazio che credono nel potere diabolico del gioco di ruolo.
Francesco Crescenzi
Set 01, 2011 @ 18:57:50
Splendido, splendido articolo. Complimenti davvero, da giocatore di ruolo sia da tavolo che dal vivo non posso far altre che esprimere la mia più completa ammirazione per questo articolo.
Giochi di ruolo | wolf of the moon
Set 04, 2011 @ 00:02:01
Mr.Dave
Set 21, 2011 @ 18:36:25
Chapeau, articolo stupendo! Diciamo che grazie al ricambio generazionale i giocatori di ieri sono divenuti i genitori di oggi e quindi il rischio di accuse di “alienazione” e “satanismo” è stato scongiurato (ora ci pensa Justin Bieber a catalizzare l’odio del pianeta :D). Sono assolutamente d’accordo quando affermi che giocare di ruolo stimola la lettura, io ho iniziato proprio come hai descritto tu: “la trilogia delle terre perdute” di R.A. Salvatore da ragazzino e poi sono passato a Tolkien e George R.R. Martin. Col passare degli anni mi sono un po’ discostato da questo tipo di letteratura (che nonostante tutto ha un forte fascino e presa mediatica basti guardare la Trilogia Dell’Anello di Jackson e Game of Thrones) però l’imput iniziale dato da D&D è innegabile. Io credo che alimentare la fantasia dei bambini sia fondamentale, al giorno d’oggi molti videogames, film tutto ciò che è intrattenimento tende ad essere molto “commerciale” e poco curato (basta guardare tutte le trasposizioni cinematografiche fallimentari di libri e fumetti degli ultimi anni) quindi giocare di ruolo e leggere diviene l’arma in più per far conoscere un mondo ricco e avvincente alle nuove generazioni.Ancora complimenti per l’articolo e per il blog!
Maxwell
Set 28, 2011 @ 15:56:12
eccellente articolo , io espanderei il discorso a “insegnare ai giovani” .
penso che anche chi non ha figli ,
potrebbe mettersi d ‘ accordo con il proprio comune
o con qualsiasi organizzazione locale , x proporre i GDR .
io ci avevo provato
ma la cosa è naufragata x mancanza di iscrizioni .
forse in futuro ritenterò .
willoworld
Set 28, 2011 @ 16:48:32
Era un’idea che mi era bazzicata anche a me… introdurre il gdr ai giovani disadattati, magari con l’aiuto del comune… 🙂
Maxwell
Ott 05, 2011 @ 17:39:26
fammi sapere se la cosa và a buon fine ,
in futuro (tra qualche anno) vorrei provare qualcosa di simile .
Qwein
Ott 22, 2011 @ 18:01:47
Mah… io ho mostrato il mio mondo a mio figlio quando aveva 12 anni, e ammetto che mostrargli i gdr, i classici, più qualche mia cosa mi ha fatto sentire grande ai suoi occhi. Ho gongolato un pochetto, ma la cosa è durata un paio d’anni per divenire ai suoi occhi, oggi una cosa.. da matusa (perfino la frase è datata) rispetto un qualsi gioco online, o semplici social network. Un segno del passare del tempo. La mia esperienza è questa. Oggi quasi come allora, mio figlio ha 17 anni, mi guarda come un datato “nerds” che si ostina, un poco appesantito dall’età a indossare una calzamaglia verde modello Peeter Pan che gli tira da tutte le parti. Direi che io nonostante un poco di esperienza, non ho avuto un gran cambio generazionale.
willoworld
Ott 24, 2011 @ 13:43:11
Beh, anche io cerco di non coltivare troppe speranze per non avere delle delusioni, in effetti per il gdr devi esserci portato, ma con i miei bimbi (che hanno 7, 5 e 3 anni) sto iniziando a giocare regolarmente ai boardgames inventandomi delle regole semplificate e a loro piacciono moltissimo. Riuscire a tenere concentrato al tavolo di gioco per due ore un bambino di 6 anni è una bella missione, però devo ammettere che mi stanno dando delle belle soddisfazioni…. per il gdr, bisognerà aspettare qualche anno… sperando che attacchi… 😉